venerdì 12 ottobre 2007

IL DRAGONE E LA COLOMBA - CAPITOLO 8


Molti dei criminali che componevano la banda al momento non si trovavano nel covo, e questa era la notizia buona. Quella cattiva era che, a giudicare dai rumori e dalle voci, ne rimanevano comunque cinque: uno all’entrata, due nell’armeria e due seduti al tavolo del refettorio, proprio sotto la testa di Sly.
Il cacciatore di taglie si asciugò la fronte sudata col dorso della mano. Era arrivato alla fine del condotto quasi verticale e doveva fare forza ai lati con le gambe per non precipitare dal soffitto della sala. Cercando di muoversi più silenziosamente possibile, Sly estrasse la cerbottana e due dardi impregnati di un potente sonnifero. Infilò con cautela il primo, prese la mira e soffiò. Il bandito più vicino lanciò un’esclamazione irritata e si portò la mano dietro al collo, come se fosse stato punto da un grosso insetto. Immediatamente il sonnifero fece effetto e l’uomo cadde in avanti con la faccia nel piatto. Il secondo bandito, notando il dardo spuntare dal collo del compagno, alzò gli occhi e per un momento vide Sly che soffiava nella cerbottana, poi più nulla.

- Fuori due, ancora tre.


I banditi nell’armeria erano corazzati di tutto punto e circondati da armi di svariate fogge e dimensioni. L’uso dei dardi drogati era fuori discussione, e la lotta corpo a corpo non era conveniente. Ma c’era un barile di polvere pirica accanto ai due.


“Proprio quello che fa al caso mio” pensò Sly, e richiamò dalle profondità del suo spirito il potere di Kaunaz, runa del fuoco.


Poco lontano, il bandito all’entrata della grotta fu scosso dal boato dell’esplosione. Lanciò un’imprecazione e si precipitò all’armeria, trovandola devastata dalle fiamme. Con un’altra imprecazione si chinò sui due compagni ustionati, trovandoli fortunatamente vivi.
Poi avvertì il rumore di un soffio e un dolore al collo simile alla puntura di un grosso insetto; quindi si accasciò a terra, anch’egli tramortito dal micidiale sonnifero di Sly.


...continua!

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