martedì 25 settembre 2007

IL DRAGONE E LA COLOMBA - CAPITOLO 5


Preoccupato per la sorte delle sue monete d’oro, questa volta Sly tornò a casa in modo estremamente cauto. Scivolò silenziosamente fino al muro più nascosto, strisciò sotto la finestra per non farsi sentire dalla signora Mogg, poi evitò la scala a causa degli scricchiolii, preferendo arrampicarsi lungo il muro di pietre ed entrare da una finestra. Una volta dentro si rilassò, sicuro che almeno questa volta nessuno l’avesse visto.

- Ciao, Sly.

Tarantola sussultò trattenendo a stento un urlo. Aveva riconosciuto la voce: era Maia, una giovane cartomante che lo stava corteggiando da anni.


- Maia, non è possibile! Ti ho già chiesto di non intrufolarti in casa mia come una ladra!


- E lo dici dopo essere entrato dalla finestra? A me il ladro sembravi tu.


- Lascia perdere. Cosa ci fai qui?


La ragazza parve in imbarazzo. Sollevò un braccio accompagnato dal tintinnare di braccialetti di varie fogge e dimensioni, e con la mano stracarica di anelli si lisciò i lunghi capelli biondi raccolti in piccole treccine. Sly sospirò. Maia era sensibile e di buon cuore, anche se un po’ appiccicosa, ma non aveva ancora capito che era troppo “secca” per lui. Non era male, in verità, se solo avesse messo un po’ più di carne attorno a quelle ossa…


- Ti ho fatto le carte, Sly.


- Ancora? Maia, te l’ho detto mille volte che non voglio che tu mi legga il futuro! E soprattutto non voglio che tu mi dica cos’hai visto!


- Lo so, ma questa volta è importante: il messaggio delle carte è molto chiaro, ma quello che dice è assurdo!


- Cioè?


- Dice di “stare attento a colei che danza sulla testa del drago”. Ne va della tua vita. Succederà qualcosa entro quattro lune da oggi.


Sly sospirò. Un drago! E chi l’aveva mai visto un drago? Non era nemmeno certo che esistessero! Poi vide Maia torcersi le dita per l’imbarazzo e si intenerì.


- Va bene, Maia, ti ringrazio per l’avvertimento. Ti prometto che ci starò attento, d'accordo? Ora però devo lavorare.


Una volta rassicurata la cartomante e rimasto solo, Sly stese sul pavimento la stuoia rituale, chiuse tutte le finestre e si sedette sulle ginocchia al centro della stuoia. Immerso nel buio, respirò profondamente, chiuse gli occhi e si rilassò lasciando evaporare i pensieri. Il tempo allora sembrò mutare, rallentando e dilatandosi fino a fermarsi, mentre Sly invocava il potere magico di Ansuz, Runa della Conoscenza, focalizzando tutti i pensieri su una domanda:


"Dov’è la bambina?"


Lentamente alcune immagini affiorarono nella mente del cacciatore di taglie: lo sguardo impaurito della bambina, una torcia che illumina sbarre metalliche infisse nella pietra, alcuni uomini dalle facce feroci, l’entrata di una caverna nascosta dalle felci, un albero solitario bruciato e annerito.

Con la fronte imperlata di sudore, Sly riaprì gli occhi. Aveva capito: Stella era stata rapita da un gruppo di banditi che la tenevano prigioniera in una gabbia all’interno di una grotta in mezzo al bosco, vicino ad un albero recentemente colpito da un fulmine.

La bocca di Sly si piegò in un sorriso rapace. Il cacciatore aveva una pista.
...continua!

1 commento:

Francesca Da Sacco ha detto...

Mah, secondo me il buon Sly ha sbagliato qualcosa nella sua interpretazione... Non so perché ma ho quest'impressione ^___-