venerdì 28 novembre 2008

ASSO DI COPPE - CAPITOLO 15

Disegno: Manuela Soriani; colori: Luca Bonisoli.

Nel frattempo lo studio della cartomante era stato completamente messo a soqquadro. Sommersa da amuleti, teschi, candele, simboli arcani ed ogni altro genere di cianfrusaglia, dopo una lunga ed estenuante ricerca Maia lanciò un gridolino di soddisfazione.

- Finalmente! Sapevo che doveva essere qui da qualche parte!

La ragazza si alzò dal cumulo di ciarpame reggendo un tomo scritto a mano con calligrafia pressochè illeggibile. Per la precisione si trattava dell’antico compendio della prozia Griselinde sulle esperienze extracorporee.
Maia non aveva mai utilizzato le magie descritte un quel volume perché l’anziana Griselinde era passata a miglior vita proprio durante un’esperienza extracorporea, dimostrando che tale pratica comportava un certo margine di rischio (in particolare la cara prozia, dopo aver infilato la sua mente nel corpo di un passerotto che volava cinguettando allegramente in cielo, ebbe la brillante idea di rimanere a fare un po’ di conversazione con il simpatico falchetto predatore che le si stava avvicinando tanto in fretta…)

Accantonando temporaneamente i ricordi, Maia sprofondò in uno stato di trance meditativa mentre invocava il potere di Algiz, runa della visione.

“Voglio vedere Sly”, ordinò la ragazza.

Come se la sua vista fosse slegata dal corpo, la cartomante osservò se stessa dall’esterno, poi la sua visuale si sollevò oltre le case del villaggio e cominciò a spostarsi alla velocità del pensiero, attraversando campi, villaggi, colline e montagne fino a giungere molto lontano, al torrentello sperduto tra i boschi dove stava infuriando la battaglia tra il cacciatore di taglie e il drago.

Maia sussultò quando vide Sly, investito dal soffio infuocato, cadere a capofitto nel torrente. Fortunatamente il cacciatore di taglie emerse quasi subito e si trascinò a riva, nascondendosi dietro ad una sporgenza della roccia.

Rincuorata, la cartomante riportò momentaneamente l’attenzione nel suo studio ed aprì il libro della prozia Griselinde. Tra i tanti capitoli che insegnavano le tecniche delle esperienze extracorporee Maia scelse l’ultimo, quello incompiuto.

‘Del controllare le menti altrui’.
...continua!

lunedì 24 novembre 2008

ASSO DI COPPE - CAPITOLO 14

Disegno: Manuela Soriani; colori: Luca Bonisoli

Con una capriola Sly evitò miracolosamente gli artigli del possente rettile alato, cercando riparo dietro un esile faggio. Il drago vibrò un poderoso colpo di coda che incrinò il tronco; al colpo successivo il legno cedette con uno schianto. Senza nemmeno il tempo di riprendere fiato, il cacciatore di taglie fu investito da un nugulo di schegge e dovette rotolare di lato per non restare schiacciato dall’albero che cadeva.
Rialzatosi velocemente, Sly vide il mostro avanzare implacabile verso di lui. Il cacciatore tentò di ferire il drago con un rabbioso fendente di spada, ma la lama rimbalzò contro le scaglie durissime senza nemmeno scalfirle. Il mostro rispose con un violento colpo d’ala che scaraventò il giovane alcuni metri più indietro.

“Un’altra botta come questa e ci rimetto le ossa! Devo guadagnare tempo!”

Facendo appello a tutte le sue doti acrobatiche, Sly prese la rincorsa e balzò verso una coppia di grossi alberi vicini, saltando da un tronco all’altro fino a raggiungere i primi rami. Issatosi rapidamente, il cacciatore cominciò a scalare la chioma nascondendosi tra le fronde. Il rettile alato si avvicinò ruggendo e cominciò a tempestare di colpi il robusto tronco, che tuttavia resistette.
Afferrando saldamente i rami per non essere sbalzato via dagli scossoni ricevuti, Sly riordinò le idee.

“Il drago è grosso ed io sono piccolo. Se voglio avere qualche probabilità di sopravvivere devo condurlo dove il bosco è più fitto, in modo che la sua mole gli sia d’impaccio!”

Un istante dopo il mostro riuscì a far cedere il tronco. Sly saltò a terra e prese a risalire faticosamente il pendio, inoltrandosi dove la vegetazione era più fitta.
Il drago tentò di seguirlo, ma le sue dimensioni lo ostacolavano. Pochi minuti dopo il cacciatore raggiunse un’improvvisa scarpata, che scendeva a picco per una decina di metri fino a raggiungere il letto di un torrente impetuoso. Voltandosi, il giovane vide il gigante scaglioso incastrato tra alti cespugli di rovi.
La tentazione di schernire l’avversario fu troppo forte.

- Ah! Ora non fai più lo spaccone, vero? Sei senza cervello proprio come le lucertole! Tutti quei muscoli e ti sei fatto fregare come un bambino! Non è stato nemmeno difficile!

Per tutta risposta il drago spalancò le fauci e soffiò un potente getto di fuoco talmente rovente da fondere la roccia. Investito in pieno dalla vampata, Sly venne sbalzato nel dirupo e precipitò, come una torcia accesa, nelle acque schiumose del torrente.

Con un terribile ruggito il gigantesco rettile spezzò gli ultimi rami che lo tenevano prigioniero e avanzò verso la scarpata. Dell’uomo non c’era nessuna traccia. Forse era annegato nel fiume, risucchiato in un gorgo dalla corrente, ma il drago non poteva permettersi errori: il cacciatore di taglie era l’unico a conoscere il suo segreto, quindi era necessario avere la certezza della sua morte.

Dispiegando le grandi ali membranose, il rettile si lanciò nel vuoto sul fiume perlustrandolo con lo sguardo acutissimo. Il cacciatore era diventato preda.
...continua!

domenica 16 novembre 2008

L'ANGOLO SERIO - FREE BLOGGER

E' attualmente al vaglio della Commissione Cultura della Camera un disegno di legge (DdL C 1269) che da molti è già stato ribattezzato "ammazza-blog".
Il testo proposto discende della proposta di legge "Levi-Prodi" dell'anno scorso (ritirata dopo le proteste di massa degli internauti), e se dovesse diventare legge potrebbe portare serie ripercussioni nel mondo dei blogger. Vediamo perchè:

Ai sensi dell'art. 2 viene definito prodotto editoriale "qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso".
Questa definizione è talmente ampia da risultare onnicomprensiva, e include al suo interno tutti i blog, ma non solo: gran parte dei contenuti pubblicati su internet potrebbero rientrare nella definizione di "prodotto editoriale" senza troppi sforzi.

E qui arriva la prima "gabola": il testo di legge stabilisce che non sono "editoriali" (e quindi sono esclusi da tutti gli obblighi che spiegherò dopo) i prodotti destinati alla "sola informazione". Ma quali blog o siti internet possono dirsi destinati solo all'informazione senza fare (nemmeno in parte) formazione, divulgazione o intrattenimento? Al massimo quelli giornalistici. E perchè quei blog o siti non dovrebbero essere considerati "prodotto editoriale", al pari -ad esempio- di un webcomic o del sito di una catena di negozi?

Tornando a noi, tenere un blog o pubblicare contenuti su internet (se sono "prodotti editoriali") ai sensi dell'art. 6 è "attività editoriale", anche se effettuata in forma privata e senza fini di lucro. Cosa comporta questo?

Essenzialmente l'obbligo di iscriversi al "Registro degli Operatori di Comunicazione" (art. 7). L'iscrizione al R.O.C. è equiparata alla registrazione di una testata presso il tribunale, ed è necessaria prima ancora di poter iniziare a pubblicare. Quindi se io pubblicassi nel mio blog un webcomic (!) senza iscrivermi al R.O.C. compirei il reato di stampa clandestina.

Non solo: il disegno di legge prevede (art. 8) che all'attività editoriale svolta su internet si applichino le stesse norme penali relative ai reati a mezzo stampa. Di conseguenza, ciò che fino ad oggi era la semplice espressione di un'opinione personale sul proprio blog potrebbe in futuro diventare reato di diffamazione a mezzo stampa.

"Ma è impossibile -si potrebbe obiettare- che il legislatore voglia imporre una regolamentazione così severa ai semplici blog personali!"
E qui arriva la seconda "gabola". Apparentemente il legislatore esclude espressamente i blog da tutti questi obblighi e da tutte queste responsabilità, ma in realtà non è affatto detto che funzioni così.

L'art. 8 comma 3 stabilisce infatti che "Sono esclusi dall'obbligo dell'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un'organizzazione imprenditoriale del lavoro".
Ma cosa significa "organizzazione imprenditoriale del lavoro"? L'Agenzia delle Entrate non si è ancora pronunciata in modo espresso a riguardo, ma abitualmente comprende qualsiasi attività continuativa che genera introiti.

Ecco quindi che cominciano a delinearsi alcuni possibili scenari:
Chi pubblica annunci pubblicitari (banner) sul proprio blog, compreso il diffusissimo Google AdSense, potrebbe ricadere nell'obbligo di iscriversi al R.O.C. e se non ottempera può incorrere nel reato di stampa clandestina.
Analogamente, chi promuove prodotti (libri, fumetti, automobili, film, computer...) sul proprio sito potrebbe ricadere nell'obbligo di iscriversi al R.O.C. e se non ottempera può incorrere nel reato di stampa clandestina.

In conclusione, viste le norme estremamente vaghe, e l'alto grado di incertezza riguardo alle possibili conseguenze penali di comportamenti diffusissimi e assolutamente normali su internet in tutto il resto del mondo (con la possibile esclusione di qualche paese sottoposto a regimi che non è bene prendere come esempio), se il testo attuale dovesse diventare legge sarebbe facile prevedere la chiusura in massa di molti blog privati (compreso il mio), tanto per non rischiare.

Che tristezza, però.

Per chi vuole approfondire segnalo il testo del disegno di legge e tre articoli:
- Dal blog di Beppe Grillo
- Dal sito di Punto Informatico
- Dal blog di Daniele Minotti

domenica 9 novembre 2008

ASSO DI COPPE - CAPITOLO 13

Disegno di Manuela Soriani; colori di Luca Bonisoli

Passarono un paio di settimane. Molto lontano dalla villa di Bovinara una giovane nobildonna stava godendosi il fresco del mattino a passeggio nel bosco privato del suo fidanzato, che presto sarebbe sicuramente diventato marito. Era compiaciuta di quel risultato: sebbene le ricchezze non mancassero nemmeno a lei, il matrimonio con un nobile le avrebbe permesso senza dubbio una vita più lussuosa. E lei adorava il lusso. La situazione precedente non sarebbe stata che un vago ricordo spiacevole perso nelle nebbie del passato.
Come se qualcuno le avesse letto nel pensiero, una voce alle sue spalle commentò:

- Non male, vero? Certamente è molto meglio della vita con un piccolo gioielliere truffatore di provincia.

La nobildonna si voltò di scatto, trovandosi a fronteggiare lo sguardo gelido di Sly.

- Ci è voluto un po’ di tempo, ma alla fine ti ho trovata. Avevi fatto tutto da sola, vero? Lucinda di Bovinara, Esmeralda, il mendicante che dormiva nel fienile, il fantomatico straniero venuto dal nulla a riscuotere il denaro truffato… Eri sempre tu, dico bene?

- N-non so di cosa stia parlando…

- Certo che sai di cosa sto parlando: sto parlando di questa!

E il cacciatore estrasse dalla tasca una pietra annerita con incisa la runa Laguz.
La donna impallidì.

- Devo ammettere che è stata una fortuna trovarla in mezzo alle rovine della villa di Bovinara, ma poi è stato tutto chiaro. Laguz non è solo la runa dell’acqua, ma anche quella del cambiamento, del mutamento, o se vogliamo usare un altro termine… della metamorfosi! Questa è una pietra magica, una di quelle che usi per cambiare aspetto a tuo piacimento, vero?

Il volto della donna si torse in un ghigno malvagio.

- Devo ammettere che sei sveglio, cacciatore. Credevo che nessuno ci sarebbe arrivato.

- C’è una cosa che non ho capito: chi era la donna che hai lasciato bruciare nell’incendio della villa?

La donna fece un gesto con la mano, come se la cosa avesse poca importanza.

- Oh, era la vera Lucinda di Bovinara. L’ho tenuta rinchiusa in cantina per qualche settimana mentre mi sostituivo a lei.

Un brivido percorse la schiena del cacciatore di taglie: una simile freddezza di fronte al delitto era mostruosa! La partita andava chiusa subito.

- Bene, ora devo consegnarti alle autorità. Non costringermi ad usare la forza…
La donna sbottò in una risata divertita.

- Non così in fretta, cacciatore! Davvero pensi che io sia così sprovveduta da accettare passivamente la cattura? DAVVERO CREDI CHE IO NON SIA PREPARATA PER UNA SIMILE EVENIENZA?

Nel pronunciare le ultime parole il corpo della donna prese a mutare ingigantendosi e ricoprendosi di scaglie, mentre corna, zanne e artigli crescevano e due grandi ali membranose si dispiegavano minacciose.

“Un drago! -pensò Sly terrorizzato sguainando la spada- Come diamine si affronta un drago?”

A miglia di distanza, nel suo studio, Maia si sentì assalire dall’angoscia. Percepiva che Sly era in pericolo, e che lei doveva fare qualcosa.
...continua!