sabato 26 luglio 2008

IL DECODIFICATORE DI NOMI CYBORG

Ormai dovreste sapere tutti che ho un debole per i "giochini inutili ma carini", di cui internet è letteralmente disseminata. Il caso ha voluto che qualche giorno fa mi sia imbattuto in uno di essi.
Di cosa si tratta? Per saperlo partiamo un po' da lontano.
Chiunque abbia un minimo di cultura in materia di fantascienza sa che spesso il nome di un robot è in realtà un'acronimo che ne descrive le funzioni (ad esempio il supercomputer di 2001 Odissea nello Spazio si chiama HAL, che significa "Heuristically programmed ALgorithmic computer").
Ebbene, vi siete mai chiesti quale sarebbe il significato del vostro nome se fosse la sigla di un cyborg?
No?
Nemmeno io, fino a quando non ho trovato il Cyborg Name Decoder!

Ora posso dire di sapere chi sono... o meglio, chi sarei se fossi un cyborg:


E adesso tirate fuori l'androide che è in voi! Voglio sapere chi siete...

venerdì 18 luglio 2008

ASSO DI COPPE - CAPITOLO 6

Disegno di Francesca Da Sacco; colori di Luca Bonisoli


La storia familiare della signora Mogg merita una piccola digressione.

Invaghitasi di un giovane di cui ometteremo il nome in segno di pietà, la giovane Erselinda non ebbe troppe difficoltà a farsi chiedere in sposa: fu sufficiente una piccola frattura multipla scomposta all’avambraccio dell’amato e la velata minaccia di un analogo trattamento per entrambe le gambe.
Anche successivamente al matrimonio la relazione tra i due sposi rimase molto fisica, tant’è che nei primi tempi dopo le nozze molti chiedevano al signor Mogg che tipo di rapporto avesse con la vivace moglie. L’uomo allora scuoteva mestamente il capo e rispondeva “ortopedico”.

Nel giro di pochi mesi la signora Mogg rimase incinta. Secondo la ricostruzione dei fatti si trattò di un gesto di eroico sacrificio compiuto dal marito il quale, oltre a riportare varie contusioni e quattro costole incrinate a seguito dell’amplesso, subì uno shock psicologico tale che ancora oggi gli capita di svegliarsi a notte fonda urlante e madido di sudore.
La gravidanza fu priva di eventi notevoli, mentre la nascita della piccola Mariaclotilde fece profondo scalpore nel villaggio: si trattò infatti del primo caso mai registrato in cui i traumi da parto furono riportati dal marito (che non stava partorendo, ma semplicemente assistendo l’energica signora Mogg).
Erselinda fu una madre assai protettiva nei confronti della figlia, ed altrettanto permissiva. La piccola crebbe nella convinzione di poter fare esattamente ciò che le pareva, e ovviamente a farne le spese era il padre, fino al giorno in cui egli si ribellò.
Non avendo la forza fisica per opporsi attivamente alla moglie, l’uomo riuscì con un colpo di genio a simulare la propria morte e fuggire lontano, ritirandosi a vita contemplativa in uno sperduto monastero tra montagne innevate e ghiacci eterni.

Intanto la bambina cresceva e acquisiva una sua precisa identità: mentre la madre ricordava vagamente un mastino napoletano, Mariaclotilde era più assimilabile ad un ronzino a causa delle gambe secche e del muso cavallino. Ma questo non fu di ostacolo ai sogni romantici della giovane. Un bel giorno, infatti, il rampollo di una facoltosa famiglia di commercianti fu convinto da Erselinda a chiedere la mano di Mariaclotilde (il dialogo tra i due si svolse più o meno così: “Sai come ho fatto a convincere mio marito a sposarmi, ragazzo?”“No, non saprei, signora Mogg, mi spieghi…”CRACK!).
E fu così che anche la giovane Mariaclotilde prese marito. La storia stava ripetendo se stessa, con l’uomo vessato dai capricci della moglie e dalle manine pesanti della suocera. Ma il giovane commeciante, che era più scaltro del povero marito di Erselinda, decise di non subire la stessa lenta agonia. Perciò, rotto ogni indugio, prima di essere costretto a fare un figlio con la moglie cavallina simulò la propria morte e fuggì lontano, rifugiandosi per puro caso nello stesso monastero in cui il suocero aveva trovato la pace anni prima.

E così torniamo al momento presente, in cui Mariaclotilde vive da sola (salvo visitare periodicamente la madre) sulle ricchezze lasciatele dal marito, mentre Sly indaga su un presunto omicidio…

...continua!

domenica 13 luglio 2008

ASSO DI COPPE - CAPITOLO 5

Disegno di Francesca Da Sacco; colori di Luca Bonisoli


Archiviato momentaneamente il caso, Sly trotterellò alla sua modesta dimora, un appartamentino mediamente squallido preso in affitto al primo piano di una casa altrettanto decadente. Il cacciatore di taglie stava per salire la scala quando una voce familiare lo bloccò sul primo gradino. Il tono era talmente mellifluo da cariare un dente a distanza:

- Oh, ecco il caro signor Tarantola! E’ tornato presto oggi, che bello averla qui!”

A Sly si rizzarono i peli sulla nuca, in chiaro segno di allarme. La voce apparteneva alla signora Erselinda Mogg, la padrona di casa, un donnone ringhioso che in condizioni normali detestava a morte il cacciatore di taglie e lo tollerava come inquilino solo perché pagava regolarmente l’affitto.

“Se la signora Mogg è gentile con me può voler dire solo una cosa: oggi sua figlia è venuta a farle visita. Il cielo mi aiuti, non sono pronto per una disgrazia simile!”

Voltatosi lentamente, Sly vide la signora Mogg ciabattare verso di lui, con un sorriso falsamente materno stampato in faccia e le braccia aperte come grandi pale meccaniche. Come previsto, nelle retrovie campeggiava la figlia Mariaclotilde, in equilibrio precario sulle gambe secche e leggermente storte.

Qualche tempo prima Mariaclotilde si era invaghita di Sly, ed era quasi la cosa peggiore che fosse mai capitata al giovane cacciatore di taglie. Fortunatamente la signora Mogg provava una spiccata antipatia per Tarantola, quindi non aveva mai incoraggiato l’unione tra i due. Ciononostante ogni tanto Mariaclotilde veniva a visitare la madre, ed allora Sly veniva ‘dolcemente’ costretto a fare un po’ di conversazione.

- Venga, caro signor Tarantola, ho appena sfornato una torta. Non ne vuole assaggiare una fetta?

- Ecco, io veramente…

La manona della signora Mogg si serrò sul braccio di Sly con la potenza di una morsa idraulica. Erselinda si avvicinò all’orecchio del cacciatore di taglie per sussurrargli un’amorevole minaccia:

- Mia figlia vuole fare due chiacchiere, signor Tarantola, quindi lei verrà con noi. Qualcosa in contrario?

Il tono non ammetteva repliche.

- Eh… no, certo che no… Anzi, sono felicissimo che lei abbia preparato una torta apposta per me…

- Non si illuda, aggiungerò il costo al suo affitto di questo mese.

Sly emise un debole lamento e si preparò ad affrontare una serata difficile.


...continua!


sabato 5 luglio 2008

SPEAR CITY HEROES - VITA DA EROI (10)

Problemi elettrodomestici